Driller Queens: vi presentiamo le regine del tuttofare

“Mi sono chiesta: che cosa so fare? So aggiustare cose. E da lì è nato tutto”.

Ad un anno esatto dalla loro nascita abbiamo voluto incontrare le Driller Queens che proprio il giorno della festa della donna festeggiano il loro primo anno di carriera da vere “regine” del tuttofare. La loro storia è un mix di ispirazione, curiosità e passione che vogliamo raccontare proprio in un giorno dove, più di tutti, l’imprenditoria è donna. 

“Essere licenziata è stata la spinta giusta per decidere di mettermi in proprio”.

A noi di SumUp le storie sulla piccola imprenditoria ci sono sempre interessate, perché la nostra missione è proprio quella di trovare soluzioni su misura per loro. Sono storie visibili ad occhio nudo, dove il lato umano viene sempre prima di quello imprenditoriale. Quello delle Driller Queens è un team tutto al femminile, anche se non amano essere ricordate solo per questo. Sono delle vere tuttofare, ognuna specializzata in qualcosa in particolare, chi piazza mensole, chi ripara, chi imbianca pareti e chi aggiusta di tutto. La loro squadra è nata per caso da un'idea di Charly che, di punto in bianco, si è ritrovata senza lavoro e doveva trovare un’alternativa per pagare l’affitto. Le piaceva riparare cose in giro per casa e così ci ha provato.

Prima di essere una fonte di ispirazione per noi, lo è stata per molte altre ragazze che condividevano i suoi stessi interessi. Tramite passaparola e contatti virtuali, ora lavorano tutte insieme e siedono davanti a noi indossando la maglietta con il loro logo “Driller Queens”. 

Se avete capito chi sono, ma soprattutto cosa fanno le Driller Queens, vi starete chiedendo com’è per delle ragazze lanciarsi in un settore ancora prevalentemente maschile. Noi gliel’abbiamo chiesto e loro ci hanno risposto così: “lavoro maschile.. ma c’è un modo maschile di lavorare poi?”.

L’effetto sorpresa di vederle all’opera c’è sempre, ma a questo proposito ne approfittano per sottolineare come in realtà la prospettiva femminile sia una marcia in più per gestire uno dei grandi problemi relativi a questo lavoro: la comunicazione. 

“Una cosa che ci dicono i clienti è che finalmente si sentono ascoltati. Uno dei punti di forza del nostro team è proprio quello di saper ascoltare”.

La forza della loro storia non è certamente solo quella manuale, ma crediamo che possa trasmettere tra le righe un messaggio molto positivo e un po’ più importante che riguarda la parità di genere nel mondo del lavoro. E se da una parte il parterre maschile gioca d’orgoglio nel vederle all’opera, dall’altra è sempre molto presente durante i loro workshop.

“Loro sono quelli che sentono più pressioni sociali di saper fare questo tipo di cose - sei un uomo, devi saper fare questo - ma se nessuno in famiglia te lo insegna o non hai modo, non devi saperlo fare solo perché sei uomo".

La loro giornata non è mai uguale a quella prima e chiunque lavori con partita iva sa bene di cosa si parla. A volte non esistono domeniche o fine settimana e gli orari dipendono spesso dalle esigenze dei loro clienti. La burocrazia, le tasse (per non parlare di assicurazione) non sono una passeggiata, ma loro sono una vera e propria squadra che oltre a faticare ha alla base un’amicizia consolidata.

“Se tutto questo funziona è anche per lo spirito che abbiamo creato”.

Nella nostra intervista ci hanno parlato anche di SumUp che ha rappresentato per loro un passo importante anche psicologicamente, “stiamo facendo un altro passo avanti nella nostra attività” e sono contente di maneggiare qualcosa di comodo e veloce, almeno ogni tanto. “Noi lavoriamo ad ore quindi non siamo mai sicuri di quanto verrà a costare il lavoro e non sempre i clienti hanno i contanti giusti”. Accettare pagamenti con carta con un pos mobile ha migliorato il servizio nei confronti dei loro clienti, che così evitano di alzare gli occhi al cielo quando abitano al quinto piano e devono scendere a prelevare. 

Essere al fianco delle piccole realtà imprenditoriali e offrire loro gli strumenti giusti è possibile soprattutto quando si ascoltano da vicino le loro storie. E come le Driller Queens, sono tanti i giovani o meno giovani che trovano il coraggio di provarci, inseguendo una passione. E su questo precisano:

“Un errore che fanno tutti? Buttarsi senza esperienza, e poi significa che dipendi dagli altri nelle decisioni, mentre alcune cose devono dipendere da te. Devi valutare in cosa sei bravo oppure no. Insomma..non puoi aprire una pasticceria se non sai fare dolci!”.

A chi ci sta pensando seriamente, lanciano un messaggio importante:

“Fai qualcosa che sia davvero una passione, di quelle che quando ne parli ti luccicano gli occhi. Se hai la passione poi tutto viene naturale. A volte le cose sono meglio anche di quanto tu pensi, se aspetti di avere l’idea perfetta allora non inizierai mai. Io all’inizio ho fatto tantissimi errori, ma si impara e si migliora”.

“Aspettate almeno due anni prima che la gente vi prenda sul serio, non sorprenderti se la gente non ti prende seriamente il primo anno”.

“E una cosa alle donne la voglio dire: non deve essere perfetto. Basta che sia abbastanza”.

Da SumUp, un augurio a tutte le donne.

Lucia Cherchi