Caparra - Cos'è una caparra?

La caparra è l’anticipo di una somma di denaro versata a titolo di garanzia dell’adempimento di un contratto.

Hai dubbi sugli elementi obbligatori da inserire in una fattura? Scopri di più in questo articolo.  

La caparra consiste nell’anticipo di una somma di denaro o altro bene versata a titolo di reciproca garanzia contro l’inadempimento di un contratto, oppure come corrispettivo nel caso di recesso dallo stesso.

Generalmente relativo alla sottoscrizione di un contratto di vendita di immobili o di attività, funge da risarcimento immediato in caso di non rispetto delle pattuizioni prese, e in caso di adempimento dovrà essere restituita o imputata alla prestazione dovuta.

Con il versamento della caparra, la parte che la versa si impegna a non recedere dal contratto, pena la perdita della caparra stessa. La parte che la riceve si impegna invece a non recedere, pena la restituzione di quanto ricevuto più il pagamento di un ulteriore importo della stessa entità al versante.

È necessario emettere una fattura per la caparra?

Secondo la Risoluzione n.197/E/2007 dell’Agenzia delle Entrate, a differenza dell’acconto, la caparra non rappresenta un anticipo del prezzo, avendo essa natura risarcitoria in caso di inadempimento contrattuale.

Le somme di denaro versate a titolo di caparra non costituiscono il corrispettivo di un’operazione e perciò non sono soggette a IVA. Non è pertanto ritenuta necessaria l’emissione di fattura a titolo di caparra.

Perché possa considerarsi caparra è però necessario che ciò venga esplicitato nel contratto. In mancanza di diverso accordo, la somma versata verrà considerata come acconto. Solo allora l’operazione assumerà rilievo ai fini IVA e dovrà pertanto essere emessa la relativa fattura.

La caparra confirmatoria

La caparra confirmatoria nei contratti di vendita o nelle transazioni commerciali è una tutela per la parte cedente (il venditore).

Si tratta di una somma di denaro che viene versata da colui che acquista a titolo di garanzia. Ciò significa che se l’acquirente non dovesse portare a termine l’acquisto, il venditore sarà risarcito trattenendo la somma versata con la caparra confirmatoria.

Nel caso della vendita di un immobile, per esempio, la caparra confirmatoria viene versata nel momento in cui si stipula il contratto preliminare di compravendita, detto anche compromesso.

Qualora non si dovesse giungere all’atto di vendita per responsabilità del venditore, allora sarebbe quest’ultimo a dover restituire il doppio della caparra.

La caparra penitenziale

La caparra penitenziale è un istituto simile alla caparra confirmatoria. Si applica anche in questo caso nella compravendita di immobili o attività, ma con alcune lievi differenze in base alle quali non è considerata una garanzia, ma piuttosto un corrispettivo.

A differenza di quella confirmatoria, infatti, la caparra penitenziale prevede che le parti stabiliscano che il contratto si possa sciogliere pagando un prezzo.

Con questo tipo di caparra è come se si ‘acquistasse il diritto di cambiare idea’. Inoltre, in caso di mancata vendita, non si può ricorrere in giudizio.