Sharing economy - Cos’è la sharing economy?

La sharing economy è un modello economico in cui si ha accesso a beni e servizi grazie ad un sistema peer-to-peer, facilitato da una community online.

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La sharing economy, o economia collaborativa, si basa sulla collaborazione di una comunità di individui che utilizzano una piattaforma online peer-to-peer per lo scambio o la condivisione di beni.

Peer-to-peer, anche scritto come P2P, è una locuzione inglese che significa trasferimento di dati, beni o servizi tra individui e non da impresa a individuo. In questo caso, lo scambio avviene tra due individui che fanno parte della comunità di utilizzatori di una piattaforma online.

Riassumendo, la sharing economy differisce dal tradizionale modello di impresa che assume dipendenti e vende prodotti o servizi ai consumatori, in quanto gli individui si scambiano o condividono l’accesso a beni mentre l’impresa facilità la transazione tra i due utilizzatori della piattaforma online.

Questo scambio varia da oggetti come auto, case e utensili, a servizi come un passaggio in macchina. Un esempio pratico è Airbnb:

  • I membri di Airbnb sono le persone che cercano una casa da affittare o che mettono la loro casa in affitto per un breve periodo

  • L’impresa, Airbnb, non fornisce nessun bene tranne il servizio di mettere in contatto i due clienti

  • Il bene in questione, la casa, non è quindi di proprietà dell’impresa ma di uno dei clienti dell’impresa e la transazione avviene tra i due individui

Quali sono le basi per la sharing economy

La sharing economy nasce come modello di business che permette di sfruttare valore inutilizzato nel mercato.

L’idea di base è quella di permettere ad un individuo di ottenere un ricavo dal “condividere” un bene di cui non fa spesso utilizzo e che quindi ha del potenziale sprecato.

Può essere il caso di una macchina che viene utilizzata solo qualche ora al giorno o di una casa che viene usata solo qualche mese all’anno.

Ma andiamo a vedere quali sono i punti principali per un’impresa che opera nella sharing economy:

  • Accesso vs proprietà di un bene

  • Fiducia (Trust)

  • Tecnologia

  • Comunità

  • Sostenibilità

Sharing economy, accesso vs proprietà

La sharing economy permette ad un individuo di utilizzare un bene senza doverlo comprare e senza ottenerne la proprietà, riducendo in questo modo il costo e le barriere per l’accesso a certi beni.

Un concetto fondamentale, infatti, è che la proprietà di un bene non è più necessaria al giorno d’oggi, in quanto la possibilità di utilizzare il bene è sufficiente e spesso più conveniente a livello economico e pratico.

Questo tipo di utilizzo è simile al leasing, ma con durate molto più brevi e costi molto ridotti. La sharing economy permette di utilizzare un bene costoso per qualche ora o per qualche giorno e così ne “democratizza” l’accesso.

Questo concetto non si applica solo ad oggetti di vita quotidiana o ad oggetti mirati a consumatori finali. Anche le aziende infatti utilizzano la condivisione.

Bosch è stata una delle prime compagnie ad utilizzare questo modello, e ha iniziato a prestare i macchinari e gli strumenti che normalmente vende, sia a privati che ad aziende.

Sharing economy, fiducia

Lo scambio e la condivisione di un bene non è un concetto nuovo ma avviene normalmente solo con qualcuno di cui ci fidiamo. Questo aspetto è fondamentale perché non vogliamo che il bene condiviso venga rovinato, perso o rubato, lo vogliamo quindi lasciare in “buone mani”.

La fiducia diventa quindi una necessità, specialmente se si condivide o presta un bene di grande valore ad una persona sconosciuta. L’impresa che facilita lo scambio deve quindi garantire ed assicurare che in caso di problemi il rischio non ricada sull’individuo.

Sharing economy, comunità

La sharing economy si basa sulla creazione di comunità legate da un interesse comune e ben connesse. Le piattaforme sono sempre composte da 2 gruppi, per questo dette “2 sided platforms” in inglese, ovvero chi offre un bene e chi cerca un bene da utilizzare.

Il problema che l’azienda può incontrare è la mancanza di uno di questi due gruppi, ovvero potrebbero esserci molte persone che vogliono “prestare” la propria auto sulla piattaforma online, ma poche persone che vogliono un’auto in “prestito”.

Diventa quindi fondamentale nella sharing economy bilanciare il numero di individui che costituisce i due gruppi.

Sharing economy, tecnologia

La tecnologia risolve due problemi che abbiamo visto:

  • La fiducia

  • L’equilibrio tra chi offre il bene e chi lo necessita

Per avere la fiducia degli individui, tramite la tecnologia si devono creare meccanismi di controllo che ovviano al problema del rischio della transazione.

Un esempio è quando presti la tua macchina ad uno sconosciuto tramite una piattaforma, questa si assicura di avere i dettagli e la carta di credito di questo individuo in caso di danni o inconvenienti.

Si crea quindi una sorta di sistema assicurativo che si assume il rischio di possibili problemi durante la condivisione di un bene.

Per quanto riguarda l’equilibrio della 2 sided platform, la tecnologia contribuisce dando visibilità e connettendo il più grande numero di persone possibile sulla piattaforma.

In questo modo se uno dei due gruppi non è presente, per esempio i compratori, la tecnologia permette di trovare questi individui e portarli in contatto con l’offerta di condivisione del bene.

Sharing economy, sostenibilità

Infine, non per ordine di importanza, la sharing economy nasce come movimento contro la “fast consumption”, ovvero il consumo veloce di beni, e la “overproduction”, ovvero la sovrapproduzione di beni.

Nella nostra società capitalistica c’è un consumo ed una produzione spropositata di alcuni beni. Condividere l’accesso a questi beni al posto di comprarli e poi lasciarli inutilizzati per la maggior parte del tempo, riduce la necessità di produzione e quindi riduce lo spreco di materiali ed energia.

Un esempio pratico è l’auto: se tutti utilizzassero le auto condivise, “car sharing”, servirebbero meno del 50% delle auto che servono quando ogni persona vuole possedere la propria auto.

La sharing economy, trend o business model?

Certamente leggendo i punti sopra riportati si può facilmente ricondurre la sharing economy ad una filosofia o strategia di marketing per la sostenibilità e per la crescita di comunità ed interazioni online.

Va però differenziata questa ideologia dall’attuale modello di business, che certamente fa parte di un trend ma è ormai diventato parte della nostra economia e di come le start-up si sviluppano, e sarà perciò presente anche in futuro.

Gli imprenditori che aprono un’impresa oggi possono creare una grande azienda utilizzando il business model della sharing economy ma devono stare attenti alle sfide che si presentano per queste piattaforme online.

Come abbiamo visto queste sfide sono legate alla fiducia che l’individuo pone nella piattaforma e alla presenza di entrambi2 i gruppi che compongono la 2 sided platform. Se uno dei due gruppi non è attratto dalla piattaforma, il business non funziona.